Once Upon a Time in America
Sergio Leone Stati Uniti, Italia 1984 245 min
19 ottobre 16:30
Festa del cinema
Sinossi
Alla fine degli anni ’60, Sergio Leone si appassionò a un romanzo sui gangster ebrei, The Hoods, di Harry Gray, e capì che gli avrebbe consentito di lavorare non più su personaggi mitici ma sul Mito stesso: sulla sua trasmissione, sui generi cinematografici, sull’infanzia del Novecento, in una specie di Ricerca del tempo perduto collettiva. La costruzione di questa cattedrale sarebbe durata 11 anni. Scherzando sull’enorme tempo impiegato per realizzare il film, Leone citava Joseph Conrad: «Credevo fosse un’avventura. Invece era la vita». Al centro del racconto ci sono brandelli della memoria di Noodles, velati dall’oppio, intrisi di nostalgia, sfuggenti a ogni ordine cronologico: il fluire della vita di un uomo che per trent’anni non ha fatto che pensare e ripensare alla propria esistenza, ripercorrendone frasi, gesti, suoni.
In questa storia circolare, in un’America che non è più il paese dove si avverano i sogni, ma un luogo oscuro dove una parabola di potere può finire in un tritarifiuti, Noodles è un antieroe che ha l’aura del personaggio epico, un esiliato che non può più ritornare a casa, perché non c’è più casa che non sia solo un ricordo drogato. Il memorabile sorriso di De Niro, nel finale, è un tradimento liberatorio delle convenzioni del cinema, e anche la logica conclusione di un film che per Leone era «una sorta di balletto di morte della nascita di una nazione… [dove] tutti i miei personaggi guardano in faccia la morte». Sarà l’ultima inquadratura del suo cinema.
Gian Luca Farinelli
Regia
Sergio Leone