The Big Heat
Fritz Lang Stati Uniti 1953 89 min
16 ottobre 16:00
Festa del cinema
Sinossi
Restauro: Sony Pictures Entertainment
In una piccola città americana, il poliziotto Dave Bannion indaga sul suicidio sospetto del collega Duncan, che riteneva corrotto e legato a un potente gangster locale, Mike Lagana.
“Fritz Lang mette in scena una città in una luce cruda e intersecata: una luce che svela le manipolazioni della legalità, la corruzione, il confronto costante e spietato tra l'avere e il non avere, l'abisso oltraggioso della ricchezza e della povertà. In questo quadro, sono i legami invisibili tra polizia e grande criminalità, le pulsazioni del sistema corrotto, il tema che Lang ha saputo illuminare meglio di qualsiasi altro cineasta.
[…] The Big Heat è una storia amarissima sul caso e la necessità, sulla immedicabile ambiguità delle identità e dei comportamenti umani, e usa invece immagini sobrie, realistiche, di assoluta normalità. Come le scene di vita familiare di Bannion, brevi, affettuose, subito interrotte dallo stravolgimento della violenza. […]
Se in questa storia di pessimismo profondo, che rinuncia al giudizio ma non risparmia nessuno, c'è qualcuno che somigli a un eroe è proprio il personaggio più modesto di tutti: la donna che dalla barriera di un deposito di rottami fornisce a Bannion informazioni determinanti ‒ la sola che osi in una situazione dove tutti gli altri hanno scelto l'omertà, per paura o per convenienza. Da questo personaggio femminile e dalla sua traccia 'morale' potrebbe cominciare la storia del rispetto di sé di Bannion o, accentuando i termini metaforici, un nuovo progetto di società civile; ma il protagonista crede ormai nel diritto di farsi giustizia da sé, distruggendo ogni umanità man mano che procede, accettando collusioni pericolose e le loro conseguenze. […] Se a questo noir anomalo e politico viene concesso un apparente lieto fine, quella che si è disegnata sullo schermo è l'immagine impietosa d'una società basata sui principi della violenza, dell'avidità e dell'egoismo più spietato ‒ lo spettro di un mondo dominato dal fascismo.”
Peter von Bagh
Regia
Fritz Lang