Our Hero, Balthazar

Balthazar, detto Balthy, è un ragazzo newyorkese abituato all’agio e alla ricchezza che vuol far colpo su Eleanor, la compagna di scuola attivista. È il presupposto di un’improbabile e tragicomica avventura: il ragazzo si butta a capofitto sul tristemente noto problema americano delle armi, viene adescato sui social e, sicuro di chattare con un aspirante stragista, parte eroicamente per il Texas con l’obiettivo di affrontarlo.

NOTA SUL FILM
L’esordiente Boyson e il cosceneggiatore Ricky Camilleri, contrappongono i loft di Manhattan ai trailer park dove vive una America alla deriva. E racconta lo scontro tra questi mondi, reso possibile dal web, senza manicheismi e tesi prefissate, ma con uno sguardo lucido e tagliente, dove l’umorismo nero si ferma sempre prima del cinismo.

NOTE DI REGIA
Poiché dipendiamo da un’economia dell’attenzione, viviamo immersi nella performance. Ogni cosa è spettacolarizzata: lo è l’identità, l’ideologia, la tragedia. Ma se siamo sempre in scena, come possiamo elaborare autenticamente ciò che ci succede? Come capire cosa va preso sul serio? Da regista ho provato, con Our Hero, Balthazar, a sviscerare la questione, ci ho provato tramite due giovani americani, due anime in pena, che faticano a vedere e a vedersi l’un l’altro. Spero anche di essere riuscito a catturare tratteggiandola l’esilarante tragedia che può voler dire essere oggi un giovane uomo in questo impero morente.