Stella gemella

Achille e Stella stanno insieme da 15 anni. Ai due sembra di aver bruciato tutte le tappe di una normale vita di provincia: hanno un figlio, un’attività agricola e un mutuo da pagare.
Stella non ha mai smesso di sognare nonostante le sveglie alle cinque. Tuttavia, è sempre più stanca dei comportamenti superficiali di Achille. Decide così di prendersi una pausa e andare a trovare un’amica d’infanzia a Roma, la città dove tutto sembra possibile. È qui che conosce Gil, uno chef afrodiscendente dal sorriso contagioso. E fa l’amore con lui. Da qui si origina un fenomeno rarissimo: una fecondazione eteroparentale, un bambino figlio di due padri.

NOTA SUL FILM
La nuova commedia di Luca Lucini si snoda tra le ansie e le insoddisfazioni dei giovani protagonisti, la mentalità ristretta di paese e il bisogno di aria, di idee nuove, di complicità e solidarietà.

NOTE DI REGIA
Quando la commedia riesce a intercettare i temi della contemporaneità, è il genere più potente per arrivare alle persone. Quello che ho trovato affascinante in Stella gemella è la capacità di restituire uno sguardo autentico sull’attualità. Stella e Achille si ritrovano a fare i conti con dei ruoli che la società, i genitori e in fondo anche loro stessi sembrano imporre e finiscono per capire che esistono diverse declinazioni di famiglia e di felicità. Il film si offre come una provocazione per mettere insieme due mondi che in Italia sembrano non comunicare affatto. In una continua lotta tra i sessi, a uscirne sconfitti sono tanto le donne quanto gli uomini, ognuno in cerca di nuove soluzioni che la società non ha ancora immaginato per loro.