Left-Handed Girl

Shu-fen, madre single con due figlie, dopo anni vissuti lontano dalla città torna a Taipei per aprire un chiosco di soba nel mercato notturno. Mentre le tre cercano di adattarsi alla frenesia urbana e far quadrare i conti, antichi segreti familiari riemergono, in particolare quando il nonno proibisce alla nipote mancina di usare la sua “mano del diavolo”.

NOTA SUL FILM
Left-Handed Girl fonde il realismo lirico del Nuovo cinema taiwanese con l’immediatezza emotiva del miglior cinema indipendente. Attraverso lo sguardo disarmante della piccola I-Jing, di appena cinque anni, il film esplora la fragilità dei legami familiari in una società sospesa tra tradizione e modernità, dove essere mancini è ancora considerato un segno del diavolo.

NOTE DI REGIA
Il film è nato da una storia personale che ricordo come se fosse ieri: mio nonno una volta mi ha detto di non usare la mano del diavolo, la sinistra. Mentre sviluppavo la storia, ho iniziato a raccogliere storie da amici, familiari e anche da sconosciuti. Una svolta nella trama del film è ispirata a un evento, accaduto a un amico, che mi ha colpito particolarmente perché era molto simile al mio vissuto. Attratta dalle tensioni che le tradizionali familiari generano — la paura del giudizio o del rifiuto della società possono portarti a nascondere segreti per anni, ho deciso di inserire questo tema nel film: una famiglia che all’apparenza può sembrare ordinaria, spesso nasconde qualcosa di profondo. Nella cultura cinese salvare le apparenze è fondamentale, peculiare. Devi mostrare sempre il meglio alla gente, ogni negatività va occultata. Ho cercato di spiegare tutto questo nel film, preservando la prospettiva di ogni personaggio.