Peter Hujar's Day

Il fotografo Peter Hujar e la scrittrice Linda Rosenkrantz trascorrono insieme una giornata di chiacchiere. È un tempo caldo, generoso: è il 1974, l’appartamento di lei a Manhattan funge da palcoscenico. Il film, con uno slancio d’immaginazione, ricrea le atmosfere di quel momento perduto, con ciò che fu l’incontro tra due individui singolari, che a loro volta citano Allen Ginsberg e Susan Sontag e altre meraviglie della New York di quegli anni.

NOTA SUL FILM
Sachs reinventa la sincerità dei loro dialoghi, restituendone l’umorismo tagliente e il pudore emotivo al ritmo pulsante di una New York ormai scomparsa. Hujar riflette sugli incontri avuti con Allen Ginsberg e Susan Sontag, sulle difficoltà economiche dell’essere artista e su una solitudine mai esplicitata ma sempre presente.

NOTE DI REGIA
Rosenkrantz aveva avuto l’idea di raccogliere i resoconti di persone a lei vicine che avrebbero descritto, ciascuna a modo suo, una giornata qualunque della loro vita. E il 19 dicembre 1974 fu il turno di Hujar – un artista queer dal talento pionieristico –, che arrivò a casa di Linda e le narrò la giornata appena passata, da quando si era svegliato a quando si era coricato la sera. Il racconto di Hujar non era destinato ad essere noiosamente certosino, ma anzi fu ricco di acute osservazioni, pettegolezzi, autoanalisi. E il caso vuole che sono arrivato al libro di Rosenkrantz nei panni di chi si è trasferito nella sua New York nell’88, cioè al tramonto di quell’era.