Hen

“Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Ma cosa succede quando il soggetto in questione è una gallina? Fuggita da un allevamento, la gallina trova rifugio nel cortile di un ristorante fatiscente. Qui scopre l’amore, si imbatte nel sistema gerarchico e lotta per difendere le sue uova dalla voracità umana. Degli uomini incrocia inevitabilmente anche la violenza, le tragedie, le piccole e grandi ingiustizie.

NOTA SUL FILM
György Pálfi racconta la storia di una gallina, a partire dall’uovo che viene deposto. E adotta il punto di vista del volatile con un effetto spiazzante, inquietante e post-umano. Perché la gallina – che è ostinata, resiliente, determinata a crescere i propri cuccioli e a conservare la propria libertà – oltre ad altri animali, incrocia inevitabilmente anche gli uomini, la loro violenza, le loro tragedie e ingiustizie, grandi e piccole: a volte come ignara testimone, a volte come elemento involontariamente scatenante.

NOTE DI REGIA
Usando i meccanismi di base della tragedia greca antica, il mio film tratta un problema universale: un individuo può essere assolto dalla responsabilità morale se è solo spettatore passivo di un evento?
La storia è stratificata, mostra la stessa situazione in dimensioni differenti, attraverso due destini: quello della gallina e quello dell’uomo, interconnessi ma guidati da diversi obiettivi e motivazioni. La “pace” della gallina incrocia una tragedia tutta umana nel mezzo di un problema globale. Nel film gli umani non sono al centro della storia, bensì il “rovescio della medaglia”. Ho sempre considerato il mondo come un posto dove tutti gli esseri viventi hanno la stessa importanza. Siamo noi uomini, a posteriori, a creare narrazioni da tutto ciò.