Pedágio

Uma Thurman
27 ottobre 15:30 Teatro Studio Pub Acc

Festa del cinema

Sinossi

Suellen, madre e impiegata come addetta al pedaggio in un casello autostradale, si unisce a una banda di ladri per tenere a galla la sua famiglia, sfruttando il suo lavoro per racimolare illegalmente del denaro in più che vuole usare per quella che lei considera una nobile causa: permettere a suo figlio adolescente di partecipare a un costoso seminario di terapia di conversione per ragazzi omosessuali, tenuto da un rinomato sacerdote straniero.

NOTA SUL FILM
Cubatão, città della regione metropolitana di São Paulo, che si vanta di un primato ecologico ma è tra le più industrializzate del Brasile, sospesa tra il verde della campagna e i fumi della polluzione. Lo skyline contraddittorio di Cubatão domina il secondo film di Carolina Markowicz (autrice del durissimo Charcoal, 2022), e tra le pieghe della città si muovono Suellen, addetta al pagamento del pedaggio sulla trafficatissima autostrada, e suo figlio Tiquinho, diciassettenne appassionato di dive classiche, che si riprende mimando le loro canzoni, indossando golfini rosa e circondato di luci stroboscopiche. Le esibizioni di Tiquinho finiscono on line e Suellen è in imbarazzo, per cui decide di iscrivere il figlio a un seminario di riconversione sessuale. Surreale e quotidiano, un dramma di tutti i giorni intinto nell’ironia.

NOTE DI REGIA
Pedágio è un dramma permeato di umorismo nero e irriverente. Questo tono ha la responsabilità di mettere l’assurdo al posto giusto: la normalità di oggi. L’assurdo ha sostituito da tempo l’idea di “normalità”, ma viviamo in un’epoca in cui questo fatto è più evidente che mai.

Si deve anche sottolineare l’importanza della location del film: Cubatão, in Brasile. È una città nota per il suo inquinamento. Quando sono arrivata a Cubatão per la prima volta, ho visto un cartello con la scritta: “Città di Cubatão – Simbolo dell’ecologia”. L’insegna era sciolta e arrugginita a causa dell’inquinamento. Cubatão è la perfetta metafora della contraddizione che è questo film e, soprattutto, la vita stessa.

Regia

Carolina Markowicz

Nata a San Paolo del Brasile, Carolina Markowicz ha scritto e diretto sei cortometraggi, tra i quali Long Distance Relationship, che ha partecipato al Festival di Toronto, e The Orphan, che ha vinto la Palma Queer alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes. Il suo esordio nel lungometraggio, Charcoal, è stato presentato al Festival di Toronto e a quello di San Sebastián, proprio come il suo secondo lungometraggio, Toll, con cui ha ottenuto a Toronto il TIFF Emerging Talent Award.

Cast and Crew

Screenplay:
Carolina Markowicz
Cinematography:
Luis Armando Arteaga
Editing:
Lautaro Colace, Ricardo Saraiva
Production Design:
Vicente Saldanha
Costume Designer:
Marcia Nascimento
Music:
Filipe Derado
Sound:
André Bellentani, Filipe Derado
Producer:
Karen Castanho, Luís Urbano, Bianca Villar, Fernando Fraiha, Sandro Aguilar
Production:
Biônica Filmes,O Som e a Fúria
Co-producer:
Carolina Markowicz, Mario Peixoto, Thalita Zaher
Co-production:
O Som e a Fúria
World Sales:
Luxbox
Cast:
Maeve Jinkings, Kauan Alvarenga, Thomás Aquino, Aline Marta Maia, Isac Graça

Festa del cinema

Programma Pubblico

27/10
15:30
Teatro Studio
27/10
16:00
Giulio Cesare 1
29/10
20:30
Maxxi