Widow Clicquot

Francia dell’Ottocento. Barbe-Nicole Ponsardin sposa François Clicquot, che sogna di aprire un’azienda vinicola ma muore prematuramente. Lei, pur se disperata, vuole realizzare l’ambizione del marito, che è divenuta anche la sua. Con acume e determinazione prende le redini dell’azienda nascente, rivoluziona le tecniche di produzione, sfida la concorrenza, supera ostacoli finanziari e politici: sarà ricordata come la “Gran Dama dello Champagne”.

NOTA SUL FILM
Nel 1805, Barbe-Nicole Ponsardin, a soli 27 anni, perse il marito, François Clicquot. Erano stati innamorati, nonostante il loro fosse stato un matrimonio combinato, e insieme avevano lavorato per sviluppare metodi innovativi nella produzione vinicola dell’azienda di famiglia. Nonostante l’ostracismo del codice napoleonico alle attività imprenditoriali femminili (con una piccola eccezione per le vedove) e la supponente perplessità del suocero, Barbe-Nicole si ostina a proseguire l’attività, a 360 gradi, dalla coltivazione alla vendita. E crea il Veuve Clicquot, lo champagne più famoso del mondo. Haley Bennett (Roxanne in Cyrano di Wright) impone la propria forza luminosa nella creazione di una figura femminile all’avanguardia, spinta dalla passione, non solo d’amore ma anche creativa, in un film ambientato nella Francia napoleonica ma memore delle atmosfere delle sorelle Brontë. Prodotto da Joe Wright.

NOTE DI REGIA
Quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura di Widow Clicquot, ciò che mi ha colpito è stata la vita di questa donna unica, narrata attraverso una battaglia tra il presente e un esercito di ricordi. Si tratta del rapporto di Barbe-Nicole con sé stessa e con il suo lavoro, che la porta a conquistare la sua energia, la sua identità, e a creare la sua strepitosa eredità.
Widow Clicquot è la cronaca della nascita di una forza profondamente dinamica e attiva. Il movimento tra passato e presente ci permette di accedere alla vita interiore di questa donna formidabile. Nella nostra storia, Barbe-Nicole non lascia mai la vigna dopo la morte del marito, resta per sempre “sposata con la vite”.