La croce e la svastica
Giorgio Treves Italia, Francia 2022 96 min
Festa del cinema
Sinossi
Giorgio Treves documenta la persecuzione dei cristiani da parte di Hitler: cattolici, protestanti, testimoni di Geova e ortodossi. Il regista incontra in giro per l’Europa gli ultimi sopravvissuti al campo di Dachau, dove i cristiani venivano deportati. L’obiettivo è quello di far luce sulle molte questioni che circondano le persecuzioni naziste dei cristiani che, in numero certamente inferiore rispetto agli ebrei, patirono le sofferenze e la morte.
NOTA SUL FILM Una storia poco conosciuta, rimossa, scomoda: la persecuzione e la deportazione dei cristiani europei (cattolici, protestanti, ortodossi, testimoni di Geova), da parte del regime nazista e le ragioni che ne sono alla base. Giorgio Treves, che viene da una famiglia scampata all’Olocausto, intraprende un viaggio dove esplora archivi finora segreti e incontra storici e sopravvissuti a Dachau, che per la prima volta parlano di ciò che hanno visto e sofferto. Comincia col mettere in chiaro i rapporti ambigui che ci furono in un primo momento tra la Chiesa e il nazismo, considerato come un male minore e un argine al comunismo. Ma la sorte della religione cristiana, agli occhi di Hitler, era segnata: e le persecuzioni dei cristiani (anche se in numero inferiore a quelle subite dagli ebrei), secondo molti storici, sarebbero state solo l’inizio di una nuova soluzione finale.
NOTE DI REGIA Sono nato a New York nel 1945. Sono di fede ebraica. La mia famiglia è fuggita dalla guerra e si è rifugiata negli Stati Uniti. Il destino degli ebrei è un tema ineludibile nella storia della seconda guerra mondiale, e anche se la Shoah occupa giustamente un posto speciale tra i genocidi, alcune vittime del nazismo non hanno ancora un posto nella memoria collettiva.
Il destino dei cristiani durante la guerra mi è sembrato un buco in questa narrazione storica. Questo è particolarmente evidente nel Paese in cui vivo, l’Italia, dove nessuno ne ha mai sentito parlare. Sembra quindi imperativo guardare in faccia questa storia e cercare di coglierne tutta la complessità.
Regia
Giorgio Treves
Giorgio Treves inizia la carriera come aiuto regista di De Sica, Rosi, Visconti. Poi passa alla regia: nel 1973 ottiene una candidatura agli Oscar® con il cortometraggio documentario K-Z, e nel 1987 vince il David di Donatello come regista esordiente con il suo primo lungometraggio per il cinema, La coda del diavolo. Seguono un altro film per il cinema, Rosa e Cornelia, e documentari come Gian Luigi Rondi: Vita, cinema, passione, presentato a Venezia, e 1938 – Diversi, sulle leggi razziali fasciste.